LODI AL CENTRO, CULTURA AL CENTRO

Anche oggi la stampa locale dà conto della carente manutenzione degli immobili pubblici.

Il riferimento è alla situazione della Cavallerizza. Non una novità per Lodi. Una storia infinita che ha caratterizzato lo stile della uscente amministrazione, preoccupata di far proprie le meritevoli iniziative di moderni mecenati della cultura, che hanno donato alla città le loro opere. Ultimo in ordine di tempo: La Cattedrale Vegetale, che verrà inaugurata nei prossimi giorni. Opera pensata, e voluta da Giuliano Mauri e concretizzata in riva al fiume Adda per esclusivo merito degli eredi Mauri e della Fondazione che porta il suo nome. Opera di cittadini per i cittadini. Esattamente il nostro pensiero.

Tornando alla Cavallerizza, dopo il parziale recupero della storica struttura, il travaglio degli scavi archeologici che sono seguiti e gli strascichi giudiziari con i progettisti, si prospetta ora per l’ex complesso domenicano – trascurato come per altro il più ben noto Tempio Civico dell’Incoronata – un futuro da museo civico. Scelta che Lodi al Centro non condivide poiché il progetto espositivo, così come pare sia stato strutturato, andrebbe solo in parte ad esporre al pubblico le variegate collezioni civiche, escludendo, per evidenti ragioni di spazio, i reperti archeologici e le ceramiche, vanto della citta di Bassiano, che portò la manifattura lodigiana a confrontarsi con le maggiori regie fabbriche europee come quelle di Meissen, Sévres e Nymphenburg.

A prescindere dalla sede e dalla forma che si vorrà dare al Museo, questa vicenda è indubbiamente funzionale a rendere l’idea di quanto negli ultimi anni la cultura lodigiana sia stata trascurata, con conseguenze negative a cascata che manifestano non solo la negligenza di chi avrebbe dovuto conservare l’ingente patrimonio storico artistico della città, ma più pragmaticamente la deriva a cui il turismo e le attività commerciali, legate anche allo sviluppo del settore cultura, sono state portate.

Il rilancio della cultura a Lodi costituirà parte sostanziale dell’attività amministrativa di Lodi al Centro. Riteniamo improcrastinabile la riapertura in tempi congrui di un Museo cittadino, che potrebbe trovare opportuna collocazione all’interno dei nobili spazi architettonici dell’ex Convento di San Domenico, oggi in sostanziale dismissione, e recentemente recuperato al suo fascino originario con ingenti risorse pubbliche.

Spazi vasti e articolati, in cui potrebbe essere realizzato un vero e proprio Polo Museale, nel quale collocare e rendere fruibili tutte le collezioni artistiche e storiche del nostro territorio, oggi segregate in costosi caveau e sottratte al godimento dei cittadini. Si tratta di un patrimonio immenso costituito dalle già citate Ceramiche storiche lodigiane, dal materiale archeologico, dalla ricca pinacoteca e, non ultimo, dalle attrezzature conservate presso il museo della stampa, meritevole di più adeguata visibilità. Raccolte che, se restituite alla città, costituirebbero un’opportunità anche di rilancio del turismo e dell’indotto commerciale.

 

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